mercoledì 25 settembre 2013


Barletta Pride Ribelle 

contro sacrifici ed austerità, desideri orgasmi e libertà!

SABATO 15 GIUGNO 2013 - BARLETTA PRIDE RIBELLE
Contro l'austerità delle nostre vite, dei nostri corpi, delle nostre relazioni!!

SPEZZONE ALL'INTERNO DEL CORTEO/PRIDE DEL 15 GIUGNO A BARLETTA.Contro l'austerità delle nostre vite, dei nostri corpi, delle nostre relazioni!
Il comandamento dei vecchi regimi dispotici era: Tu non devi.Il comandamento di quelli totalitaristi era: Tu devi.Il loro nuovo comandamento è: Tu sei.(George Orwell, 1984)

I Pride sono ormai diventati celebrazioni omonazionalizzate con l’unico fine di muovere capitali economici e consensi elettorali, in cui l'unico immaginario rappresentato è quello dell'uomo gay, bianco, imprenditore e quindi vincente nella società.Vogliamo un Pride Ribelle che sia capace di rappresentare veramente i soggetti oppressi, a partire dai gruppi LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, soggetti T, queer e intrasex), da migranti, da precari/e, sex workers,studenti/esse, disoccupati/e, non riproponendo gli stereotipi normalizzati e funzionali al sistema del Capitale.Viviamo in un sistema patriarcale e cattolico dove le nostre sessualità e le nostre identità subiscono sin dalla nascita un processo di "normalizzazione".Rivendichiamo un Amore libero da ruoli di genere, frequentemente riprodotti anche all'interno delle relazioni omosessuali: spesso, infatti, non avendo altri immaginari sociali di genere, anche le relazioni omo-transessuali ripropongono i binarismi tipici dei legami eteronormati (attivo/passiva, uomo/donna, forte/debole, ecc…) ed i rapporti di potere e subordinazione che derivano dal patriarcato.Rivendichiamo identità libere da qualsiasi schema sociale di matrice fascista perché siamo favolosamente autodeterminate e capaci di poterci esprimere come meglio ci pare nelle nostre diversità ed eccentricità; perché vogliamo creare collettività affettive ed amorose capaci di scardinare l'ideale di
famiglia tradizionale, strumento fondamentale per la riproduzione del sistema capitalista, a cui anteponiamo la rivendicazione di diritti minimi individuali.Antifascismo significa impedire che la rabbia nata dal disagio sociale imposto dall'alto si riversi su chi questo disagio lo paga due volte: i/le migranti, visti non come arricchimento socio-culturale, ma come usurpatori di risorse; le donne e i soggetti LGBITQ, denigrati per la loro identità di genere e il loro orientamento sessuale, subiscono un attacco tanto complesso quanto pericoloso. Si strumentalizza il dibattito sulle “quota rosa” ed i “matrimoni gay” come “armi di distrazione di massa”, in quanto questioni scollegate da un ragionamento più ampio sui diritti minimi e fondamentali.Non è una novità che gruppi neo-fascisti in Europa avanzano, riscuotendo consensi soprattutto tra le classi popolari. Proprio per questo oggi ogni lotta sociale ha il dovere di considerare l’antifascismo un valore fondante e imprescindibile, perché antifascismo vuol dire difendere ogni libertà e negare spazio e azione a chi questa libertà vorrebbe togliercela.È necessario nominare e riconoscere il nostro nemico nel sistema delle banche, dei profitti, degli interessi, che ignora e calpesta le esistenze di tutte/i per il profitto di poche/i. Quella che viene descritta come una crisi economica è in realtà un attacco portato avanti in maniera scientifica e capillare alle nostre vite. Vite precarie, vite costrette a un esistenza di espedienti e umiliazioni pur di sbarcare il lunario.
Dietro lo shock dell’incertezza alla sopravvivenza , si annidano paure e fobie strumentali alla creazione di nuovi e vecchi sessismi, razzismi e fascismi.Vogliamo riportare la discussione su una visione più ampia di lotta: contro il machismo, il sessismo, il patriarcato ed i ruoli di genere, ma anche contro la precarietà lavorativa ed esistenziale, i bisogni materiali ed i desideri spenti ogni giorno. Crediamo sia indispensabile rivendicare la liberazione dei nostri corpi, delle nostre relazioni affettive, delle nostre sessualità da retaggi catto-fascisti ma anche il bisogno di socialità e comunicazione insito in ogni essere umano, un'istruzione ed una cultura di qualità e diffusa, le possibilità di una migliore mobilita, case e spazi da vivere come meglio vogliamo ed un reddito per tutti/e.Bisogna necessariamente rispondere alla devastazione delle nostre vite con la creazione di nuovi fronti di opposizione
collettivi capaci di arrestare il declino in atto. Questo sarà possibile con una lotta dal basso, di massa e unita di soggetti irrappresentabili perchè diversi nelle esigenze e nei desideri tra loro: siamo una moltitudine. E siamo pronte/i a prenderceli.
Cime di Queer , Villa Roth occupata , Collettivo antifascista Exit




Io omonazionalismo prendo te sionismo come mio sposo:

 Cime di Queer non ci sta!

3 /04/13
Io Omonazionalismo prendo te Sionismo come mio sposo:
Cime di Queer non ci sta!

Oggi il collettivo cime di queer, durante la conferenza barese promossa da un'associazione locale insieme alla CGIL, ha contestato la riproposizione del matrimonio omosessuale in termini etero-normativi  e la presenza del sionista Franco Grillini , noto sostenitore di Israele.


In questi mesi a Bari si sta portando avanti una campagna disensibilizzazione sul tema dell’estensione del matrimonio alle coppieomosessuali.

In quanti soggetti queer e rivoluzionari, consci del fatto che i soggetti omosessuali non abbiano gli stessi diritti riconosciuti legislativamente agli eterosessuali, riteniamo che il matrimonio non sia una rivendicazione includente bensì uno specchio delle dinamiche discriminatorie e subalterne tipiche della “cultura” etero normativa.

Il concetto di matrimonio ci riporta indietro, alla fallimentare lotta LGBTIQ di pochi anni fa, quando si riteneva che gli omosessuali per essere soggettività “integrate” dovessero normalizzarsi, appiattendo le loro eccentricità. La normalizzazione non ci piace e non ci interessa, per questo abbiamo spostato il dibattito sulla lotta ai diritti individuali minimi e fondamentali (come la libertà dei migranti di circolare liberamente nel territorio europeo o l’accesso al welfare dei soggetti LGBTIQ in quanto singolarità).

Ciò a cui mira l’estensione del diritto al matrimonio è l’inglobamento normalizzante dei soggetti lgbit nella società italiana attuale,ovvero l’omonazionalismoCon tale termine è indicata l'accettazione e l'inclusione di alcuni omosessuali nello stato-nazione. La nuova cittadinanza gay, accettata sulla base dell'appartenenza alla nazione, viene creata alle spese di coloro che rappresentano forme di alterità razzializzate o sessualizzate,coloro che non potranno mai pienamente appartenere alla nazione.L'omosessualità nazionalista viene rigirata come un marchio che regola chi può essere considerato un cittadino gay per bene, mentre rinforza stereotipi razziali e sessuali, giustificando l'esclusione sociale di intere popolazioni.

Collegato a questotema vi è la strategia sionista del "Pinkwashing", pratica checonsiste nell’occultamento della violazione dei dirittiumani dei Palestinesi, sotto la copertura di un’immagine di modernità esemplarizzatadalla vita gay israeliana.

Accade oggi che Israele (lo stesso popolo vittima di atrocitàdurante l'epoca del nazi-fascismo), per nascondere il genocidio in corso controil popolo palestinese, promuova una politica gayfriendly tutta mainstreamper ripulire la sua politica di natura assassina.

I gruppi LGBTIQ mainstream vengono finanziati da personalità filo-israeliane, con lo scopo di essere  tutti omosessuali in carriera, con la pelle bianca e che “sposano”, appunto, la pratica omonazionalista tout court.

Ci opponiamo dunque a qualunque forma di omonazionalismo, che vede i soggetti lgbit appiattirsi alle logiche economiche, politiche e fisiche di una società eteronormata; una società che non accetta nè riconosce la diversità eccentrica dei soggetti lgbit e che ci vuole tutt* normalizzate o presunt* tali. Una società che in cambio dell'anonimato (anche come soggettil gbitq) ci illude della concessione di diritti. O, forse, siamo noi a credere in tale illusione in cambio del nostro appiattimento?
Ecco perchè, dunque, riteniamo importante una riflessione sui diritti di ieri e di oggi. Perchè se i diritti di oggi non tengono conto delle nostre insanabili diversità non sappiamo che farcene di matrimoni di serie B.


CollettivoCime di Queer per la liberazione del popolo palestinese!

"Noi, lesbiche-gay-trans, dobbiamo proteggerci contro questo nuovo odio verso gli immigrati". Judith Butler 

L'intervento di contestazione al sionista Grillini durante la conferenza

*BARI PRIDE RIBELLE* 17 maggio 2013 C.s.

17 maggio: giornata mondiale contro l’omofobia.

L’attuale cultura dominante eterosessista ha ingabbiato i corpi di tutte e tutti dietro lo stereotipo di una bellezza effimera finalizzata alla strumentalizzazione del genere sociale e dell’identità sessuale.
Oggi 17 Maggio, scendiamo in Piazza per liberare i nostri corpi, per riprenderci la scena e ribellarci a chi ci vuole normalizzate e “convenzionalmente belle.

Non vogliamo essere lo strumento mediatico per un mero tornaconto elettorale e rivendichiamo che il registro delle unioni civili, da poco approvato a Bari, sia reso effettivo con un provvedimento comunale che inglobi le coppie ivi iscritte nei bandi comunali, per l’assegnazione di case popolari e per i servizi sociali di competenza comunale.
Rivendichiamo uno spazio che sia destinato alle associazioni LGBTIQ dove poter svolgere tutte le attività: a Bari ci sono posti lasciati al degrado e all’incuria e allora perché non permettere ai collettivi di riqualificare uno spazio rendendolo attivo socialmente e culturalmente?

È tempo di  esigere un riconoscimento che tuteli effettivamente le lesbiche, i gay, i soggetti t (transessuali, transgender, travestite/i), le/gli intersessuali, bisessuali e queer.
È tempo d’essere protagonist@ della scena politica: pretendiamo fatti e non promesse, i nostri diritti prima dei profitti e dei giochi politici che hanno smantellato il sistema di welfare.
Scendiamo tutt@ in Piazza per gridare ed emancipare i nostri corpi, perché siamo tutte e tutti antisessist@, ate@, antifascist@, anticlericali, puttane e clandestin@.


Presidio contro l’omofobia, per la libertà dei nostri corpi e per i nostri diritti!
H 19.00 Evento

giovedì 22 agosto 2013

Campeggi@ trans queer femminista. (Otranto, 28/08 - 01/09)

Un altro genere di lotta è possibile!


Il SomMovimento nazioAnale, gruppo composto da singolarità e collettivi queer
e transfemministi provenienti da tutta Italia, si incontra nel Salento per
parlare, discutere, conoscersi ed organizzare nuove forme di resistenza e di 
lotta.
Da mercoledì 28 agosto a domenica 1°settembre ci ritroveremo in un campeggio
autorganizzato, autogestito e autofinanziato per confrontarci su queer,
femminismi, precarietà, sessualità, piaceri, intimità, pratiche di mutualismo e
welfare non subordinate al concetto di famiglia, strategie di resistenza
collettiva a crisi economica/violenza/repressione.
Workshop, plenarie, pranzi autorganizzati, feste e mare per discutere in relax
e creare nuove reti ed organizzare le nostre lotte per un autunno caldo e sexy.

Portate una tenda, un sacco a pelo, gavette e bicchieri per non usare
plastica.
La campeggia è una zona no-macho, antifascista, antirazzista, veg(etari)ana.

Per info e adesioni: campeggia@anche.no / 328.2609045

PROGRAMMA:

MERCOLEDI’ 28
Arrivi previsti in giornata
15.00-16.00 pranzo
Arrivi previsti in giornata
21.00-22.00 cena

GIOVEDI’ 29
sveglia, colazione e mare
15.00-16.00 pranzo
16:00-20:00 LAVORO E REDDITO:
Facciamo il punto sui passaggi che abbiamo aquisito: dalla critica della messa a valore delle differenze come target di mercato alla presa sulla dimensione produttiva della differenza (diversity management, pinkwashing aziendale); precarietà come “queerizzazione” del lavoro; l’emergere della dimensione affettiva (riconoscimento degli affetti queer, lavoro affettivamente necessario). Tuttavia un primo ciclo di lotte contro il lavoro precario pare chiuso a causa di una generalizzazione della precarietà. Emerge per tutte e tutti il problema di un reddito relativamente sganciato dal lavoro. Tematizzare la dimensione post-precaria/queer attuale a quale ricomposizione politica allude? Questo decentramento dalla sessualità all’affettività come modifica il significato delle nostre lotte?
21.00-22.00 cena

VENERDI 30
sveglia, colazione e mare
13.00-15.00 ALTRE INTIMITA’
Spazio di autoriflessione non ideologica sulle nostre effettive pratiche d’amore, intimità e relazione, connesse con la necessità di mettere a forte critica modelli di welfare fondati su individuo/cittadino/famiglia per leggere invece le potenzialità di autorganizzazione sociale interne alle nostre reti affettive. Come tradurre in rivendicazione politica le nostre pratiche e i nostri desideri non conformi?
15.00-16.00 pranzo
16.00-18.00 ALTRE INTIMITA’
19.00-24.00 SADOMASO PER PRINCIPIANTI -workshop: Sadomaso: gioco dei ruoli e del potere o incurabile parafilia? Laboratorio teorico, pratico e creativo di liberazione del desiderio.
Durante il workshop si alterneranno, momenti di discussione e confronto sugli aspetti storici, politici e sociali del BDSM e momenti di gioco e sperimentazione diretta. Si raccomanda di portare fatasie perverse e voglia di giocare. A cura di nita e Leela: attiviste e buffone queer.
21.00-22.00 cena


SABATO 31
sveglia, colazione e mare
12.00-15.00 VIOLENZA NEI MOVIMENTI
15.00-16.00 pranzo
16:00-20:00 NEOMUTUALISMO/WELFARE/BENESSERE/SALUTE: Partendo da pratiche politiche che non separano vita/militanza, ci troviamo a ragionare e costruire forme di organizzazione che attivino al tempo stesso reti politiche e reti di mutualismo. Crisi, mancanza di reddito, tagli al welfare hanno anche ricadute specifiche sulle soggettività queer che spesso sono ricacciate nelle nostre reti di mutuo aiuto. Possiamo ripensare a queste reti come base di una riorganizzzione politica? L’esempio paradigmatico, sul versante salute, è il percorso di istituzionalizzazione dei consultori (in ambito femminista e poi trans e lg): a partire dalle lotte degli anni ’70, il welfare universalistico è stato costretto a rideclinare servizi e welfare sulle soggettività transfemministequeer e le strutture create dai movimenti sono state stituzionalizzate. Oggi accade il percorso inverso e i consultori sono svuotati di senso, subiscono tagli di risorse o vengono deistituzionalizzati. Sperimentare una consultori@ transfemministaqueer, implica riattivare un discorso situato su sessualità e autodeterminazione, ripensare il welfare e le istituzioni del comune, praticare forme di autoorganizzazione che spostino l’asse dalla sanità alla salute e al benessere sociale. Confrontiamo le varie esperienze e analisi.
21.00-22.00 cena


DOMENICA 1
Chiusura della campeggia, documento da cui ripartire per la lotta, appuntamenti (di piazza e di confronto).

sabato 17 agosto 2013

Pubblicità, omofobia e sessismo: non abbiamo bisogno della vostrademocrazia!

Su Bari e provincia è montata un'onda di dissenso verso l'ennesima pubblicità sessista di un commerciante tristemente noto per eposodi analoghi.
Eppure ci chiediamo come mai questo sentimento antisessista venga fuori proprio ora nonostante la città sia da tempo piena di 'donne oggetto' su cartelloni pubblicitari e di riferimenti machisti. Alzate gli occhi e guardate quanti prodotti sono sponsorizzati con modelle photoshoppate e in atteggiamenti sessualmente espliciti nonostante il prodotto sia un lubrificante per auto, un profumo, un centro commerciale o una ciabatta per donna anziana; queste pubblicità esaltano il desiderio dell'uomo, ma tale desiderio è rivolto ad una donna involucro da copertina, ad una donna oggetto che non ha scelto di esserlo ma che lo diventa in funzione del marketing e del piacere maschile. Il sessismo nel marketing pubblicitario è una pratica commerciale diffusa da tempo e l'esplicita offesa agli omosessuali non ci fa pensare, oggi, di aver raggiunto il limite; il limite alla decenza,  al rispetto e alla sopportazione è stato già valicato da tempo. Si "usano" donne per pubblicizzare prodotti rivolti ad uomini, sfruttando ed esasperando il concetto di desiderio sessuale e di erotismo; si "usano" donne per sponsorizzare prodotti rivolti alle donne, proponendo un concetto di femminilità finto, astratto, omologato e irraggiungibile.
Qualche anno fa lanciammo un comunicato contro lo stesso commerciante per un messaggio pubblicitario denigratorio e svilente nei confronti delle donne tutte: a quell'appello risposero in poche/pochi. Ci ritroviamo invece oggi (15 agosto) a discutere ancore di pubblicità sessiste e a chiedere palliativi provvedimenti.
 A tal proposito non è possibile tralasciare ciò che una settimana fa il governo della larghe intese, appoggiato da pd (partito di cui il nostro sindaco Michele Emiliano è parte), ha provveduto attraverso la strumentalizzazione del femminicidio ad inasprire la repressione contro i tutti i soggetti in lotta ed in particol modo contro la lotta NoTav. Stiamo parlando del decreto sicurezza dell'8 agosto scorso che mira soprattutto a criminalizare la pratica del blocco stradale, pratica non solo molto utilizzata in Val di Susa ma largamente utilizzata in questi anni anche  dai movimenti studenteschi giovanili e dai movimenti queer di tutto il mondo (Palestina, Russia, Turchia). Non possiamo non fare riferimento alla vicenda di  Marta, attivista NoTav che ha subito violenze dallo Stato attraverso il potere poliziesco: per Marta e per questo decreto, per questa violenza di Stato, nessuna indignazione! E allora del noto commerciante ne parlasse il sindaco Emiliano che da mesi porta avanti un teatrino politico sulle questioni  Lgbtiq ma che finora ha fatto ben poco se non farsi campagna elettorale: i bandi comunali non sono stati ancora aperti alle coppie omosessuali e le associazioni lgbtiq baresi vagano per potersi incontrare ed elaborare strategie di lotta al sessismo e al machismo.
Ci sottraiamo alla strumentalizzazione politica dei "poteri forti locali" per dire che il movimento queer/lgbtiq e' al fianco di Marta e del movimento NoTav. Ci indignamo contro il decreto sicurezza di questo governo repressivo e rilanciamo la lotta antisessista al fianco dei NoTav, dei lavoratori e delle lavoratrici pugliesi che resistono dentro e fuori le fabbriche (es. Natuzzi, Om), dei cittadini e delle cittadine di Taranto, dei e delle migranti e di tutti i soggetti in lotta. 
Finché i movimenti femministi, di genere ed lgbtiq saranno legati ai partiti e alle vetero lotte da salotto (per intenderci, quei salotti muniti di wifi da cui inviare comodamente un comunicato stampa), le donne, le lesbiche, le trans e le eccentriche che provano a creare una resistenza attiva e di massa saranno sempre etichettate come violente e inapropriate: così' come accade in Val di Susa, così come è accaduto con le sante e puttane di Senonoraquando, così come accade ogni volta che manifestiamo il nostro dispiacere per gli avvenimenti senza tirare fuori le unghie.
Noi dunque non "sposeremo" le pratiche di pinkwashing ( la repressione delle lotte viene legittimata attraverso la normalizzazione dei soggetti lgbtiq) né  nazionali né locali per cui  le differenze di genere non vengono realmente tutelate ma strumentalizzate per nascondere le politiche repressive del dissenso come il decreto sicurezza.
Queste pratiche non ci appartengono. Ci appartiene la resistenza e la lotta ad un sistema degenerato che necessita di una risposta radicale, ribelle e realmente di genere.
Ci associamo, dunque, a tutti i comunicati stampa che sono usciti in questi giorni contro l'ultima delle pubblicità sessiste apparse sui muri di Bari, ma crediamo che questo non basti.
Questo vuole essere un appello per tutte le realtà baresi e non che si occupano di questioni di genere; rimandiamo ad una assemblea pubblica per il mese di settembre, in cui discutere di politiche di genere, di reali tutele per i soggetti lgbitiq contro la macelleria sociale di questo governo, di sessismo sui cartelloni pubblicitari e dell'impellente e necessario ritiro di qualunque decreto fintamente dalla parte delle donne.

Collettivo Cime di Queer


lunedì 28 gennaio 2013

Giornata della Memoria negata di ieri e di Oggi...Contro Israele e l'omonazionalismo per la libertà del popolo Palestinese!


"La memoria non serve a nulla, se non è utile per non rifare gli stessi errori. 60anni di oppressione, Gaza è un lager a cielo aperto." 
Ijja Abou

Oggi 27 Gennaio giornata della memoria contro il Nazi-fascismo e lo sterminio degli Ebrei. Ci preme ricordare, però, che oggi è in corso un'altro sterminio:lo sterminio del popolo palestinese provocato da Istaele. 

Tante le commemorazioni e tanti i dibattiti attorno alla tematica dello sterminio degli ebrei. Ci rammarica però la poca attenzione prestata, in queste giornate, alla problematica del Nazi-fascismo sia di ieri che di oggi.  Assistiamo ad un progressivo avanzamento dell'estrema destra sia in italia che in europa,ma a quanto pare le iniziative si soffermano poco sulla fondamentale, ma scomoda, lotta antifascista. Le antifasciste e gli antifascisti si spendono molto contro il razzismo,il sessismo e l'omofobia e pure questo sembra essere poco importante. Piace molto ai gruppi LGBTIQ commemorare. I gruppi LGBTIQ si dimenano oggi tra sterili commemorazioni propagandisteche sganciate dall'attualità e fiaccole piene di dolore e vittimismo ma vuote di lotta e rivendicazione!

Ascoltiamo durante i cortei a carattere LGBTIQ frasi del tipo: " cosa centra il Nazi-fascismo con l'omofobia?". Ed è in quel momento che ti senti un brivido gelido scorrere lungo il tutto il corpo...

Facendo però una breve riflessione non è difficile comprendere il perchè di una falla così desolante.

Anna Paolo Concia è stata una tra le prime ad aprire il dialogo con il neo gruppo nazi-fascista Casapound, permettendo una pericolossima legittimazione dei fascisti del terzo millennio, di stampo razzista ed omofobo, e sdoganando una politica lgbit mainstream slegata nei fatti dalla storia, ed ossessivamente concentrata sulla conquista di nuovi diritti.
Tutto ciò a scapito di un'attenta riflessione storica e politica relativa alla condizione dei soggetti lgbit di ieri e di oggi, perdendo dunque i reali obiettivi da perseguire quali la condanna e la delegittimazione di pratiche naziste, sessiste e omofobe nonchè dei soggetti che le incarnano.

Purtroppo gli/le omosessuali mainstream, hanno preso numerosi altri abbagli: uno su tutti il pinkwashing ai tempi dell'omonazionalismo.

"Pinkwashing è il nome dato alla deliberata strategia sionista di occultamento della violazione dei diritti umani dei Palestinesi sotto la copertura di un’immagine di modernità esemplarizzata dalla vita gay israeliana."

Accade oggi che Istraele ( lo stesso popolo vittima di atrocità durante l'epoca del nazi-fascismo), per nascondere il genocidio in corso contro il popolo palestinese, "sposi" una politica gayfriendly tutta mainstream per ripulire la sua natura politica assassina. 

Ecco, durante la giornata della memoria ci piacerebbe ascoltare un discorso più ampio: che parli dei nazi-fascismi di ieri e di oggi e delle  le torture che Israele infligge al popolo palestinese, senza condividere in alcun modo la politica filo-israeliana e che porti avanti una battaglia che  tenga conto dei rapporti non gerarchizzabili fra il genere, la razza, la classe e l’orientamento sessuale, in una prospettiva anti-egemonica e de-coloniale.

Questo però non avviene, e ci chiediamo il perchè. Probabilmente perchè i gruppi LGBTIQ mainstream vengono finanziati da personalità filo-istraeliane o forse perchè ormai siamo tutti omosessuali in carriera e magari anche con la pelle di bianca.
Ci opponiamo a qualunque forma di omonazionalismo, che vede i soggetti lgbit appiattirsi alle logiche economiche, politiche e fisiche di una società eteronormata; una società che non accetta nè riconosce la diversità eccentrica dei soggetti lgbit e che ci vuole tutt* eteronormate o presunt* tali. Una società che in cambio dell'anonimato (anche come soggetti lgbitq) ci illude della concessione di diritti. O, forse, siamo noi a credere in tale illusione in cambio del nostro appiattimento?
Ecco perchè, dunque, riteniamo importante una riflessione sui diritti di ieri e di oggi. Perchè se i diritti di oggi non tengono conto delle nostre eccentricità, delle nostre insanabili diversità nè dei nostri principi, non sappiamo che farcene di matrimoni di serie B.

Siamo queer e ci sentiamo migranti in una società che non ci appartiene e che vorremmo cambiare. Siamo diverse e siamo eccentrice. 

Come dicevamo qualche mese fa: contro lo sterminio del popolo palestinese, contro il nazi-fascismo e contro il sessismo non ce serve na fiaccola, ma ci vorrebbero ferri e fuochi!


Collettivo Cime di queer

mercoledì 9 gennaio 2013

ATLANTIDE R-ESISTE


riportiamo il comunicato di Atlantide (Bo) e invitiamo tutt* a firmare la petizione che trovate su questo sito:


http://www.autistici.org/atlantideresiste/index/index

 

Se Atlantide affonda, la cercherete per millenni!


Anche se il mondo non è finito nel 2012, Atlantide, favoloso continente sommerso nel mare della noia bolognese, rischia di essere definitivamente conquistata. Dopo ripetuti attacchi (chiamati "bandi di assegnazione") ai quali i suoi abitanti hanno risposto sempre con prontezza, ecco che le istituzioni tentano il bluff per vincere questa partita.

Per questo motivo abbiamo deciso di movimentare le acque intorno a noi lanciando una petizione che dal 28 dicembre, nonostante la concorrenza di veglioni e panettoni, ha già raccolto più di 700 firme, con messaggi di solidarietà appassionati, determinati e ricchi di argomenti per cui Altantide deve vivere!

Mercoledì 9 gennaio alle 20 comincia l'onda della mobilitazione in città: iniziamo con un'assemblea pubblica alla Sala del Baraccano, in via S. Stefano 119.

Atlantide è la sede di gruppi femministi, lesbici, gay, queer e punk dal 1998. Sono questi stessi gruppi che da allora hanno vissuto, fatto vivere e aperto alla città il cassero di Porta Santo Stefano, promuovendo libertà e autonomia per le donnevisibilità politica e (auto)organizzazione femminista e lgbtiqautoproduzione e distribuzione culturale indipendentesocialità non mercificata.
La nostra forza sta in questa storia, ma è proprio questa storia che ci rende scomode.
Oggi, il perverso tentativo di governare la ricchezza della nostra esperienza, messo in campo negli ultimi quattro anni dall’amministrazione comunale e dal quartiere Santo Stefano, sembra volerci presentare l’atto finale. Attraverso i recenti esiti di un bando per l’assegnazione dello spazio, ci fanno sapere che Atlantide deve morire e che i collettivi Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristix/Quelle che non ci stanno e NullaOsta dovrebbero abbandonare il cassero in favore di tre associazioni completamente estranee alla sua storia più che decennale.
Ci avevano già provato nel 2011. La commissaria Cancellieri, prima di lasciare la città e diventare successivamente ministro dell’Interno, dettò le linee guida per un bando che proponeva di assegnare il nostro spazio ad associazioni che si occupassero di tutela ambientale o di salvaguardia del patrimonio culturale. Contro quella decisione politica ci eravamo mobilitate, insieme ad un’ampia fetta della città, con una chiara rivendicazione “Finocchie selvatiche, femministe in erba, punk in fiore: siamo noi la vera biodiversità!“. Il risultato fu che il quartiere uscente, anch’esso commissariato, decise di non assegnare lo spazio né alle associazioni che rappresentavano i tre collettivi, né ad alcuna altra associazione concorrente.
A chiunque sia minimamente dotato di senso critico, apparirà subito chiaro che la volontà di dichiarare finita la nostra esperienza con un atto burocratico non è il frutto di una decisione meramente tecnica, bensì di una precisa scelta politica: dal governo nazionale uscente abbiamo imparato molto bene quanto la retorica e i dispositivi ammantati di “meritocrazia” non siano altro che espedienti per camuffare scellerate scelte politiche e non assumersene pubblicamente la responsabilità.
Ma se è proprio di “merito” che si vuole parlare, siamo certe che la lunga esperienza di Atlantide sia più che “meritevole” di un’assegnazione diretta in comodato d’uso gratuito.
Del resto, la scelta operata nei nostri confronti e di altre esperienze in città ci sembra ben poco in linea con l’intento propagandato dalla nuova giunta comunale di voler superare la logica dei bandi, per garantire la libera espressione e partecipazione alla vita sociale.
A dispetto dei tentativi tecnocratici, i collettivi di Atlantide non hanno acquisito nulla di “convenzionale”, bensì hanno ulteriormente consolidato la propria convinzione. Ribadiamo quindi ancora una volta che la legittimità a mantenere viva e riprodurre la nostra esperienza sta tutta nella nostra storia e nella passione determinata di migliaia di persone, singole e gruppi che hanno in Atlantide un punto di riferimento irrinunciabile.
Forti della consapevolezza che la preoccupazione per la (r)esistenza di Atlantide sia diffusa e condivisa, chiediamo a tutte e tutti di tenere alta l’attenzione, di firmare la petizione per la sua difesa e di partecipare all’assemblea cittadina che abbiamo programmato per il 9 gennaio. Le femministe, le lesbiche, le froce e i punk atlantidei hanno ancora molto da dire e da fare, in questa città e non solo.
Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristrix/Quelle che non ci stanno, NullaOsta

https://www.facebook.com/AtlantideResiste